Ma quale 1 maggio? Apri tutto Biascica!
1 maggio festa del lavoro. Non c'è proprio nulla da festeggiare. Ma solo da abolire (la festa) e soprattutto "Aprire tutto!"
“Apri tutto Biascica” è un tormentone stampato nel cervello a caratteri cubitali per i tanti che come il sottoscritto conoscono praticamente a memoria l’intera sceneggiatura della più straordinaria serie televisiva italiana: Boris. Avendola rivista ed ancora rivedendola non so quante volte. Siamo sul set de “Gli Occhi del cuore”. Una serie televisiva di infimo livello, dove recitano attori “cani” e “raccomandati” scritta da sceneggiatori altrettanto cani e strapagati e dove le maestranze sul set hanno un solo obiettivo. “Portare a casa la giornata”, riscuotendo e soprattutto facendo le cose “a cazzo di cane”. Biascica è l’elettricista dislessico con in testa solo la Roma cui l’indolente Duccio -direttore della fotografia cocainomane ma perennemente pigro e sonnolento- impartisce l’ordine: “Apri tutto Biascica”. Riflettori al massimo per una fotografia che faccia ancor più schifo di quella della pubblicità perché “lo vogliono loro”. Così quando lo spettatore vede lo spot tira un sospiro di sollievo e forse non cambia canale. “Gli occhi del cuore” sono la perfetta metafora della situazione italiana in questo momento. Se pensavate che avessimo toccato il fondo nel primo trimestre del 2020, sappiate che da allora abbiamo scavato. Nel primo trimestre del 2021 il Prodotto Interno Lordo italiano a prezzi di mercato con valori concatenati al 2015 è stato pari a circa 400 miliardi. L’omologo quarto del 2020, quello con il lockdown iniziato l’8 marzo, è stato pari a 406 miliardi. Ancora peggio che allora. Preparatevi ad ascoltare le fanfare. Mettete il promemoria a venerdì 30 luglio 2021. Vi diranno che il Pil italiano sarà cresciuto su base tendenziale del 13-16%. Avremo infatti un Pil di circa 400 miliardi. 410 miliardi se va bene ed effettivamente riapriamo qualcosa. E quel dato verrà confrontato col terribile secondo trimestre del 2020 quando il nostro Pil trimestrale è stato pari a 354 miliardi. Mai così in basso da quando l’Istat pubblica le serie trimestrali sulla situazione economica italiana. Ma non sarà vera gloria. L’Italia prima del Covid aveva un reddito trimestrale di circa 430-432 miliardi. Ora, se va di lusso, siamo bloccati intorno al 400. In pratica abbiamo lo stesso reddito che avevamo nel 1999. Mentre si continua a chiudere tutto con gli Interventi Non Farmaceutici (NPI vale a dire Lockdown) che costano 500 milioni al giorno e che ovviamente in prima battuta pagano solo i ristoratori ed i baristi cui viene detto “chiudete tutto” (https://fabiodragoni.substack.com/p/il-lockdown-costa-500-milioni-al). E magari qualcuno a sinistra avrà pure il coraggio di festeggiare la festa del lavoro.
Il 1 maggio. Ricordate che secondo l’stat nel quarto trimestre del 2020 gli italiani hanno lavorato 10 miliardi di ore. Certo non sono i circa 8,6 miliardi del secondo trimestre. Quello del lockdown duro. Ma neppure i 10,8 del quarto trimestre del 2019. E soprattutto gli 11,5 miliardi del primo trimestre del 2008. Da allora gli italiani lavorano molto meno. Guadagnano molto meno. E credo che ce ne accorgiamo tutti. O no? La strada deve iniziare con un gesto simbolico. Abolire il primo maggio subito. E soprattutto: “Apri tutto Biascica!”.