Il lockdown costa 500 milioni al giorno
Gli interventi non farmaceutici (NPI) ovvero le chiusure hanno un costo spropositato e secondo molti scienziati sono di difficile (ma non impossibile) valutazione...ecco due conti
Torno a parlare di NPI. Sono i cosiddetti interventi non farmaceutici per contenere la diffusione di un morbo. Sono ovviamente ben lieto che le mie riflessioni in proposito (https://bit.ly/3nDy6u7) abbiano acceso un fervido dibattito. Gli interventi sono spesso inutili e talvolta addirittura controproducenti. Il consenso del mondo scientifico in proposito è straordinariamente ampio. Come già scritto sconcerta l’enormità del numero degli studi che arrivano a dette conclusioni unitamente al prestigio dei suoi estensori ed alla capillare distribuzione geografica degli stessi in tutto il globo terraqueo. Fra le altre argomentazioni si specifica come detti interventi abbiano un costo spropositato rispetto ai benefici e siano quindi di difficile valutazione. Essendomi occupato del tema a più riprese mi sento tuttavia di dire che una quantificazione del costo del lockdown in Italia sia decisamente possibile.
Proviamo a spiegare un anno di pandemia coi dati dell’Istat. Abbiamo scoperto di avere il virus in casa il 22 febbraio 2020. L’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte apparve quella domenica in Tv più di una decina di volte. Impossibile non incrociarlo facendo zapping. Tutta colpa di Codogno e Vo Euganeo, ricorderete tutti. All’inizio le zone rosse sembravano essere limitate a questi due comuni. Dopo due tre giorni l’intera Lombardia e tutto il Veneto. Il motore della nostra economia si ferma di colpo. Dall’8 marzo, Festa della Donna, l’incubo diventa nazionale. Nel primo trimestre 2020, l’Italia registrerà un Pil di 407 miliardi di euro. 24 miliardi in meno rispetto all’omologo quarto del 2019, quando il Pil italiano si fermò a quota 431 miliardi. Considerato che l’incubo parte il 22 febbraio possiamo rapportare questo crollo del reddito ad appena 38 giorni. Sono grosso modo 641 milioni di Pil in meno ogni giorno. Ed il peggio doveva ancora arrivare. Avevamo sperimentato un lockdown duro ma ancora per poche settimane. Il secondo quarto del 2020 è stato veramente terribile. 870 milioni di reddito in meno ogni giorno. In quel trimestre l’Italia ha totalizzato un Pil di 354 miliardi contro i circa 432 miliardi del secondo trimestre del 2019. Mediamente prima del Covid il nostro reddito trimestrale oscillava -come vedete e come vedrete- intorno a 430-432 miliardi. Poi arriva il dato del terzo trimestre. L’estate “pazza” a sentire i soliti virologi da salotto che non curano un paziente che uno. Pazza “un par di palle” verrebbe da dire. In quell’estate abbiamo avuto un Pil di 410 miliardi circa contro i soliti 432 del terzo trimestre di un anno prima. Per intendersi “soltanto” -240 milioni ogni giorno. Infine, dopo il lockdown duro di primavera e la clausura morbida dell’estate arrivano le chiusure “striscianti” del quarto trimestre. Ristoranti aperti (forse) a pranzo ma dipende dal colore. Ristoranti chiusi comunque a cena. Indipendentemente dal colore. Follie su follie. Gialli, arancioni, arancioni rafforzati e rossi. I colori con cui il governo Conte allegramente condannava alla miseria una parte del Paese senza aver messo a disposizione un protocollo di cura decente per i malati di (o con il) Covid. -313 milioni di Pil ogni giorno. Dai “soliti” 431 miliardi del quarto trimestre del 2019 ai 402 dell’ultimo quarto del 2020. Insomma, mediamente nel 2020 abbiamo perso quasi 500 milioni al giorno. A tanto ammonta il reddito giornaliero bruciato. Fra lockdown morbidi, duri e striscianti. Come ho appena dimostrato, una valutazione ragionata del costo del lockdown è più che fattibile.