I soldi sono infiniti ma non per questo si possono sprecare
L'America immette 10 trilioni di dollari nell'economia e ci insegna che per uscire dalla crisi bisogna stampare denaro. Tanto denaro! Ma non per questo deve andare sprecato...anzi!
Pubblicato su La Verità del 20 maggio 2021
“Se tu paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non esser sorpreso se produci disoccupazione” così diceva il premio Nobel Milton Friedman capostipite della scuola monetarista di Chicago. Lo stesso che nel 1998 – tre anni prima che l’euro entrasse nel nostro portafoglio al posto della lira- ebbe a definire quello della moneta unica come un progetto “elitario, antidemocratico e dirigista”. Per quanto criticato e criticabile nei suoi eccessi, Milton Friedman sovente aveva ragione. E non solo a proposito dell’euro.
I dati diffusi dall’amministrazione americana la scorsa settimana fotografano una situazione surreale ma non tanto. Sono ancora dieci milioni i disoccupati di troppo negli Stati Uniti. Se questi trovassero un lavoro, l’America tornerebbe ad avere più o meno gli stessi occupati che aveva nel gennaio 2020. Il massimo storico. Mentre il Pil è già praticamente tornato a superare i 19mia miliardi di dollari. Il livello pre-crisi per intendersi. Merito a o colpa -a seconda dei punti di vista- della clamorosa operazione di stimolo monetario e fiscale messa in atto dopo lo scoppio della pandemia prima da Trump e poi da Biden.
Eravamo stati facili profeti dalle colonne de La Verità del 29 marzo 2020 illustrando la mossa attraverso la quale gli Usa sarebbero rapidamente usciti dalla crisi. In casi di emergenza (e di coronavirus) la Federal Reserve -oltre che fare la banca centrale- fa infatti pure da banca commerciale. Lo prevede il suo statuto. E così Trump sottopose al Congresso un pacchetto di aiuti finanziari alle imprese fatto di 4.000 miliardi di nuovi crediti. Il bilancio della FED praticamente raddoppiava. Una parte di questi prestiti erogati rientrava nel cosiddetto Paycheck Protection Program; un prestito finalizzato al mantenimento della forza lavoro anche in tempi di Covid. Successivamente il Congresso -su impulso dell’ex segretario al tesoro Mnuchin- ha quindi approvato un vero e proprio “giubileo” sui prestiti più piccoli (fino a 150mila dollari) e riservato a quelle imprese che dimostrassero di aver effettivamente utilizzato i soldi per le finalità previste. Il prestito si trasformava in sussidio. E le perdite se le sarebbe accollate il Tesoro.
A questo si sono poi aggiunte le manovre fiscali espansive approvate dall'amministrazione Biden su impulso dell'economista Stephanie Kelton, massima esponente della scuola di pensiero post-keynesiana oggi nota come MMT. Il cosiddetto American Rescue Plan -da 1.900 miliardi di dollari- è stato approvato a marzo di quest’anno dopo i 900 di aiuti deliberati a dicembre 2020 da Trump. Con questo piano sono arrivati bonifici per le famiglie in difficoltà per un totale di 1.400 miliardi. Tenete a mente questa operazione. Si è poi aggiunto il cosiddetto American Jobs Plan -da 2.300 miliardi da dollari- destinato alle infrastrutture. Non tutto finanziato in deficit ma anche con l’aumento dell’imposta sui profitti delle imprese dal 21% al 28%. A questo si è infine aggiunto l’American Families Plan per supportare il welfare per le famiglie americane (scuola e salute) fino ad un totale di 1.800 miliardi di dollari. Insomma, più di dieci trilioni di dollari di dollari versati nell’economia sotto forma di prestiti -in parte successivamente “perdonati” - sussidi ed investimenti pubblici. Buona parte dei quali finanziati emettendo nuova moneta. E qui arriviamo al punto. Perché mai, con tutti questi soldi -molti dei quali accreditati sui conti correnti degli americani- questi dovrebbero dannarsi l’anima per lavorare? Ecco spiegato perché ci sono otto milioni di offerte di lavoro inevase con dieci milioni di disoccupati che però stanno spendendo e spandendo avendo riportato l’economia americana ai livelli pre-covid.
Quali insegnamenti trarre da questa paradossale situazione? Sostanzialmente tre. Il primo è che per uscire dalla crisi dobbiamo mettere in circolo soldi. Tanti soldi. E questi può emetterli solo la banca centrale. E soprattutto devono essere immessi nell’economia reale. Quella fatta di consumatori, famiglie, imprese e negozi. Non solo nei mercati finanziari come avviene invece nell’eurozona dove nessuno è proprietario della sua banca centrale. E gli americani di soldi ne hanno messi giustamente in circolo “tanti e ora” (10mila miliardi su 19mila di PIL). Non “pochi e dopo” come l’Italia e l’UE dove il tanto strombazzato Next Generation pesa per appena 750 miliardi su 16mila miliardi di PIL in sei anni. Il secondo insegnamento è che -per quanto paradossale possa sembrare- nel mondo tutto è scarso (le braccia per lavorare, il petrolio da estrarre, il grano da coltivare, i vaccini da inoculare). Tutto tranne la moneta potenzialmente infinita. Da qui arriva la terza lezione. Esiste un limite alla stampa del denaro ed al debito o al deficit pubblico? Certo che esiste. Ma questo limite non è un numero tipo 3% o 60% del PIL come scritto negli stupidi trattati europei. Il limite al deficit, al debito e alla stampa di denaro è costituito dalla capacità di spesa e assorbimento dell’economia. Se mettiamo troppi soldi in tasca alla gente, questa non si sbatterà per trovare un lavoro (come accade oggi in USA), spenderà ed alimenterà l’economia (come accade infatti in USA) e prima o poi l’inflazione tornerà a crescere (come accade appunto in USA). Più acqua della capienza di una caraffa inevitabilmente traboccherà. A questo si aggiunga una quarta lezione. Che dovremmo importare qui in Italia dove milioni di italiani percepiscono il reddito di cittadinanza. Nella sola Campania sono 2 milioni i percettori del sussidio su 6 milioni di abitanti. Perché pagarli fino a 750 euro per non far nulla invece che 1.200 facendoli lavorare? Non sarebbe più logico consegnare loro 24 assegni da 1.200 euro ciascuno che un ipotetico datore di lavoro incasserebbe qualora decidesse di assumerli? Non sarebbe più logico pagarli per farli lavorare?
I trattati europei sono tuttaltro che stupidi. Per lo scopo cui li si è ideati, devastare le economie continentali per metterle alla mercé della speculazione internazionale e discplinare i ceti subalterni, hanno funzionato e molto bene.